Presentazione Delegazione Fai di Brindisi

Grazie a tutti coloro che ieri hanno voluto condividere con noi un momento importantissimo: la presentazione della neonata Delegazione FAI di Brindisi. Abbiamo creduto in questa opportunità e ci siamo impegnati affinché la nostra voglia di tutelare e valorizzare il patrimonio inestimabile dell’Italia diventasse realtà.
Ieri il primo piccolo passo di un cammino che speriamo sia lungo e fruttifero. Consapevoli che la strada non sarà tutta in discesa, siamo convinti che la passione e l’amore per il nostro territorio ci aiuteranno a rendere tutto più semplice. La volontà  di essere parte attiva degli eventi e non semplici spettatori ci spinge ad impegnarci in prima linea per migliorare le cose e da oggi più che mai contribuiremo, insieme a tutti coloro che vorranno affiancarci, alla valorizzare del territorio di Brindisi.
Con me questa in nuova avventura sotto la guida del nostro Capo Delegazione Beniamino Attoma Pepe: Marialucrezia Colucci, Pierangelo Caramia, Valerio Costantino, Alessandro Amati e Giacomo Maringelli.
“Promuovere in concreto una cultura di rispetto della natura, dell’arte, della storia e delle tradizioni d’Italia e tutelare un patrimonio che è parte fondamentale delle nostre radici e della nostra identità. E’ questa la missione del FAI – Fondo Ambiente Italiano, Fondazione nazionale senza scopo di lucro che dal 1975 ha salvato, restaurato e aperto al pubblico importanti testimonianze del patrimonio artistico e naturalistico italiano. – See more at: http://www.fondoambiente.it/chi-siamo/#sthash.5O8cWJUK.dpuf”
Grazie a tutti coloro che sono intervenuti durante la cerimonia di presentazione: per il FAI il Presidente Regionale FAI Puglia, Dino Borri, e il Vice Presidente Esecutivo del FAI, Marco Magnifico, l’assessore regionale a Turismo e Cultura, Loredana Capone, la Direttrice del Museo Archeologico “F. Ribezzo” di Brindisi, Emilia Mannozzi, il dirigente di D’Appolonia s.p.a., Gianluca Ciullo. Un grazie anche a Mariangela Marchese Segretaria Regionale FAI Puglia e Basilicata e a Maria Paola Giuliani Responsabile Ufficio Delegazioni e ai responsabili delle Delegazioni Fai in Puglia che hanno voluto condividere con noi questo momento.
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Botteghe Didattiche 2015

Mercoledì 6 maggio “Botteghe didattiche” ha raggiunto l’ultima tappa dell’itinerario di crescita innovativa alla scoperta dei laboratori avanguardistici di Laserinn. Ho incontrato gli studenti della sezione Design del Liceo Artistico De Nittis di Bari guidandoli in un tour tra i vari laboratori del Campus e alla scoperta del mondo del Design e della Stampa 3D attraverso un workshop organizzato con il supporto del mio collega Mario Padolecchia (esperto in rapid prototyping e additive manufactoring).

Un ringraziamento particolare va a Conart Bari e ad Alessandra Eracleo organizzatrice e promotrice del progetto e a Kami Fares e Maurizio Tafuro che hanno girato il docu/film d’autore che sarà proiettato ad ottobre al Cineporto di Bari

Design & food da Eataly a Bari

Per la prima volta design & food da Eataly.

L’evento, organizzato a Bari, presenta due donne: me e la mia collega IdaKia.

In esposizione e vendita le mie ceramiche: Dettagli_Minareto, Opuntia, Filet e una rivisitazione dei tradizionali Pumi proposti in due colori. Gli eco accessori in carta e le cluth in polipropilene fatte a mano realizzati con il gruppo DecadeLab e le shopping bag “La Costituzione”.

Vi aspettiamo per tutto il mese al primo piano dello store!

 

44^ Mostra dell’Artigianato Fasanese #MAF14

Secondo posto alla Mostra dell’Artigianato Fasanese 2014 per il concorso dedicato agli stand per le ceramiche della collezione Dettagli_vasi Minareto di Valentina De Carolis_designer accompagnate dalle  foto del Minareto-Villa Damaso Bianchi della fotografa e designer Ida Chiatante alias IdaKia. Un connubio vincente!

“Secondo posto, come miglior stand, al numero 10 della designer Valentina De Carolis. La motivazione: “Scelte rigorose, immagini ordinate, geometrie che raccontano la storia di una singolarità dei nostri luoghi. Per l’abilità di trasformare il fascino di un’emozione in un progetto, per la capacità di trovare un equilibrio formale tra civiltà, cultura, attitudine e mercato”

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Le shopping bag “La Costituzione” per I <3 Minareto

Nuovi colori per  le shopping bag “La Costituzione” art 9 realizzate per l’Associazione Pro Selva di Fasano (BR) per promuovere le attività inerenti il Minareto, gioiello architettonico degli inizi del ‘900 ispirato all’architettura d’Oriente.

Durante la giornata I ❤ Minareto e durante tutte le attività in calendario per l’estate 2013, si potranno acquistare le shoppers realizzate per la Pro Selva per celebrare il centenario del Minareto.

Divertenti, colorate, eleganti per conservare un ricordo utile delle attività promosse per attirare l’attenzione su un bene di immenso valore architettonico e storico. Scegliete la vostra e non esitate! Vi aspettiamo!

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IL MINARETO- VILLA DAMASO BIANCHI

Villa Damaso Bianchi, più comunemente conosciuta come il Minareto, è una villa in stile moresco costruita nel 1912 alla Selva di Fasano (Br) da Damaso Bianchi, un eccentrico pittore nato a Bari nel 1861. Fasanese di adozione, Damaso Bianchi, fu uno dei primi ad interessarsi della tutela del paesaggio boschivo della Selva tanto da meritare l’incarico di ispettore onorario dei monumenti, degli scavi e oggetti d’antichità e d’arte.

Rimasto affascinato dall’Oriente, probabilmente dopo un viaggio in quelle terre, Damaso Bianchi fece realizzare su uno dei luoghi più panoramici della Selva, questa costruzione che curò in ogni dettaglio e chiamò “minareto” per via dell’originale torre che svetta dalla vegetazione e sulla quale, come un muezzin invita alla preghiera, così l’ideatore doveva restare incantato nello scorgere un panorama che a 360° spazia dal mare ad est, per perdersi nella valle del Canale di Pirro sino alle ultime propaggini delle Murge ad Ovest.

Il Minareto negli anni ’20 e ’30 del ‘900 fu luogo di rinomate feste mondane e di cultura, visto che don Damaso era anche un apprezzato pittore. Si racconta che durante le feste in cima alla torre venisse acceso un lume ad acetilene per simboleggiare il faro della cultura, il sacro fuoco dell’arte.
Fu anche scuola di tessitura tenuta dalla nuova moglie Benedetta Tangari, in seguito alla scoperta di una correlazione tra la cultura dell’Altosalento e quella orientale: i trulli, i tappeti fasanesi e le bisacce.
Nel 1935 Damaso Bianchi si spense e nel 1937 il suo primogenito, Giuseppe, vendette il Minareto, ad un prezzo simbolico, alla GIL (Gioventù Italiana del Littorio) di Brindisi, con lo scopo di farne una colonia climatica per bambini intitolata al genitore che operò sino agli anni ’50 e ’60.  Nel 1975 una legge decretò la soppressione degli Enti “inutili” e così venne sciolta la “Gioventù Italiana” e il bene passò alla Regione Puglia (febbraio 1976).

Dopo vari tentativi, nel 2003 la Regione Puglia ha concesso in fitto al Comune di Fasano la struttura e sono in corso lavori e progetti per il recupero della villa di cui, purtroppo, poco è rimasto dell’originario sfarzo. Nel 2006 è stato effettuato dal Comune di Fasano un intervento di ripristino dello spazio esterno antistante l’ingresso e vi si sono tenuti alcuni incontri e concerti. Sono in programma interventi di consolidamento e ripristino delle sale interne e della stessa torre che, una volta completati riporteranno il Minareto all’originario splendore.

Sul futuro uso del Minareto è in corso un dibattito e tante sono le idee un contenitore culturale e pinacoteca che ospiti le tele di Damaso Bianchi, attualmente custodite in depositi della pinacoteca provinciale di Bari alla quale furono donate dalla vedova Bianchi.

La struttura della villa si articola su due livelli, un piano terra con aula centrale e ambienti accessori e il piano nobile con loggiati e grandi finestre, dai caratteristici profili orientali. All’edificio principale si affiancano un “minareto”, un luogo di culto di dimensioni minime e una abitazione a trulli per la guardiania e un ampio spazio verde che cinge tutto l’edificio.

Un tempo il giardino doveva restituire un frammento d’Oriente in questo angolo di Murgia, infatti il proprietario fece erigere questo monumento al ritorno da un viaggio in Tunisia, curando nei minimi dettagli la struttura architettonica, l’apparato decorativo e il rapporto con il paesaggio. Fece realizzare pavimenti, infissi e mobilio in Tunisia su sui disegni originali.

L’edificio esprime una sintesi tra culture diverse, coniugando un prezioso dualismo artistico arabo e pugliese, rendendo la struttura un piccolo ma significativo esempio di architettura orientale in Occidente.

fonti: Associazione Pro Selva, prof.sa  Maria De Mola, wikipedia

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